PROGRAMMA ELETTORALE

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2024

 MODENA VOLTA PAGINA

UNIONE POPOLARE MODENA E PROVINCIA

POSSIBILE MODENA

DISCONTINUITA’ col recente passato

RINNOVAMENTO amministrativo

CENTRALITA’ del Consiglio Comunale

PRIORITA’ AI TEMI SOCIALI E AMBIENTALI nelle politiche locali

Il programma elettorale che presentiamo intende essere concreto: nelle varie sezioni prospetta interventi necessari per cambiare politiche che non riteniamo più sostenibili, in molti casi lontano dalla prospettiva di giustizia ambientale e sociale che i tempi attuali ci impongono come ineludibili e irrimandabili.

Per questo motivo indichiamo azioni precise, non obiettivi generali o prospettive remote. Come lista civica di sinistra diamo per note e condivise le idealità e finalità che chi vorrà votarci certamente conosce e condivide. In relazione ad alcuni temi abbiamo inserito degli approfondimenti per meglio dettagliare le nostre proposte.

I tempi in cui viviamo ci impongono una grande concretezza. Il contesto attuale suggerisce un tema che tutti li sovrasta: il tema della PACE.

Ogni altro aspetto della vita e della società ne è condizionato: lo abbiamo voluto evidenziare nel nostro simbolo con la bandiera della pace, e nel nostro slogan “Facciamoci del bene”. Il BENE COMUNE di cui abbiamo più che mai tutt* bisogno.

FACCIAMO DEL BENE ALLA PACE

Modena da anni ha aderito al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani. Questa adesione prevede che l’amministrazione si faccia ca- rico della promozione dell’educazione permanente alla pace e ai diritti umani nella scuola, che favorisca un’informazione e una comunicazione di pace. Questa azione può essere favorita da un rapporto proficuo di collaborazione su questi temi con l’università. UNIMORE, infatti, è parte di RUNIPACE, ovvero del Network delle Uni- versità per la Pace, una rete promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane per rendere visibile l’impegno del mondo accademico nella costruzione di società pacifiche.

  1. È importante istituire una delega specifica di Assessorato alla Pace con il compito di relazionarsi con quelle realtà associative ed istituzionali presenti in città che in questi anni sono state promotrici di una cultura tesa alla Pace e alla pratica della Nonviolenza.

FACCIAMO DEL BENE ALL’AMBIENTE

Intervenire sull’ambiente comporta un ampio spettro di scelte e volontà per mettere in atto politiche che abbiano la determinazione di considerare ciò prioritario e indifferibile. Non si tratta solo di promuovere iniziative, ma produrre un coerente e complessivo PIANO DI AZIONI che deve avere al centro l’Assessorato all’Ambiente ma con collegamento costante con la Giunta e in collaborazione con tutti gli assessorati interessati. [ALLEGATO 1. AMBIENTE: RIEMPIAMO LA POLITICA DI CITTADINI ATTIVI.]

Elenchiamo qui alcune azioni che saranno integrate da altri interventi (sulla mobilità, sull’urbanistica, sulla raccolta rifiuti ecc.) che hanno rilevanza ambientale ma sono elencati in sezioni specifiche del Programma e che dovranno essere considerati parte integrante di questa sezione.

  1. È essenziale sui temi ambientali ripartire dall’ascolto della cittadinanza, singola e associata, dei portatori di interesse, della scienza e delle competenze ovunque siano presenti centri e luoghi di discussione e riattivando i luoghi istituzionali come le L’amministrazione dovrà intensamente dedicarsi a questo.
  2. L’inquinamento atmosferico rappresenta un problema gravissimo che dobbiamo in ogni caso aggredire con azioni di grande impatto se ne vogliamo ricavare efficacia.

Tre sono i settori in cui è essenziale intervenire subito: mobilità, agricoltura e zootecnia, riscaldamento edifici. Gli obiettivi riguardano l’abbattimento dell’uso delle fonti fossili di energia e l’uso sostenibile delle risorse naturali.

  1. Le programmazioni territoriali in tema di agricoltura e zootecnia dovranno essere riviste con scelte coraggiose che favoriscano un’agricoltura fonte di reddito ma anche di Perciò agricoltura e allevamenti intensivi saranno riconosciuti quali attività non più sostenibili né economicamente né in fatto di salute. Parallelamente saranno promosse campagne informative su un’alimentazione sana con ridotto consumo di carne.
  2. Sarà data priorità a politiche di sviluppo del rapporto con i produttori locali per il rifornimento dei prodotti agricoli, e sarà costruito un percorso partecipato con la grande distribuzione per la riduzione degli imballaggi, come previsto dal decreto Clima del 12/12/2019 n. 1411
  3. L’Amministrazione metterà a disposizione azioni di supporto per sollecitare e aiutare i cittadini nella creazione di comunità energetiche che consentano di ridurre l’uso delle fonti fossili.
  4. L’Amministrazione promuoverà al suo interno ogni azione virtuosa, ad esempio: eliminazione dell’usa e getta in tutti gli edifici pubblici, predisposizione di erogatori d’acqua, eliminazione degli imballaggi di plastica nelle forniture, ecc.

FACCIAMO DEL BENE AI SERVIZI ALLA PERSONA

  1. L’Amministrazione comunale assumerà l’obiettivo prioritario di indirizzare e controllare direttamente i Servizi alla Persona per garantirne la qualità e l’efficacia. Pertanto è necessario che almeno una quota di servizi sia svolta direttamente dall’amministrazione comunale per riportare le competenze della gestione diretta al suo Inoltre dovranno essere verificate forme di gestione alternativa (Fondazione, ASP ecc).
  2. In particolare per quanto riguarda le Case residenza per anziani non autosufficienti (CRA) metteremo in atto ogni sforzo per riportare cinque di esse sotto la gestione diretta del Comune entro cinque anni. Inoltre occorre procedere verso la realizzazione delle tre CRA promesse in questa consigliatura e non attuate, abbandonando il project financing (dimostratosi strumento fallimentare) e trovando altre soluzioni che meglio consentano al Comune di garantire ospitalità, efficienza ed equità del servizio alle oltre 300 famiglie in lista d’attesa. Parte importante di questa politica è la revisione del regolamento che disciplina l’accesso nelle CRA, considerando come criteri d’ammissione sia il reddito sia la gravità dell’anziano. Per garantire la qualità dei servizi e dell’assistenza è necessario che vengano rispettati i parametri previsti dall’accreditamento, oggi spesso non attuati, e condotti puntuali e frequenti controlli per quanto attiene a questi aspetti: personale, assistenza sanitaria, parametri fisici delle strutture. [ALLEGATO 2. NUOVE SFIDE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA. ASSISTENZA E CURE NELLE CASE RESIDENZE PER ANZIANI E NEI SERVIZI DI SOSTEGNO A DOMICILIO.]
  3. Ripristino, ove presenti, delle cucine nelle CRA per garantire la produzione interna del cibo per un’alimentazione di qualità e varietà adeguata agli ospiti di queste strutture.
  4. L’Amministrazione si impegnerà a contrattare con le imprese edili la realizzazione di nuove forme di abitare per anziani (co-housing, condomini solidali) secondo regole e criteri non elitari, come avvenuto in casi precedenti.
  5. L’aumento dell’età media della popolazione, delle malattie croniche e la necessità di un piano di assistenza di base e di prevenzione rende urgente un progetto di rafforzamento della MEDICINA DEL TERRITORIO, ossia la realizzazione in tempi rapidi delle CASE DI COMUNITA’. A Modena è attualmente in attività una sola casa della comunità in via Levi Sono in fase di realizzazione altre 2 case di comunità in via Panni e nella sede dell’ex ospedale Estense; è assolutamente indispensabile che diventino operative il più presto possibile e siano strutturate in modo conforme alle direttive, con personale pubblico e le migliori attrezzature e non siano date in gestione, anche solo per alcune specialità, a strutture private.

FACCIAMO DEL BENE ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI

  1. L’Amministrazione vigilerà e controllerà con rigore il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e richiederà che venga introdotto un salario minimo di 10 euro all’ora in tutte le attività che fanno capo alle sue commesse e ai suoi appalti o comunque con essa convenzionate. Analogo impegno deve essere espresso in solidarietà con le lotte sindacali nei settori privati là dove vengono applicati contratti illegali.
  2. Fermo restando che l’utilizzo di lavoratori alle dipendenze dirette deve costi- tuire il modo prioritario e privilegiato che il Comune utilizza nei suoi servizi, l’Amministrazione comunale rivedrà in ottica strategica l’intero piano dei servizi con l’obiettivo di stabilire quali sono i servizi essenziali per la città, che sono da riportare gradualmente sotto il pieno controllo strategico e gestionale (ge- stione in-house, diretta o tramite società di scopo). Tra questi rientrano certa- mente i servizi alla persona, i servizi culturali, quelli della manutenzione e quelli dell’area della trasformazione urbana.

FACCIAMO DEL BENE ALLA MOBILITA’

La prossima consigliatura dovrà dirigere ogni sforzo verso tutte le azioni possibili per diminuire il traffico veicolare privato che rappresenta uno dei fattori principali dell’inquinamento atmosferico, giunto a livelli molto dannosi per la salute e l’ambiente. Intendiamo intervenire con:

  1. Modifica del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) vigente prevede solamente la riduzione nei prossimi 10 anni dell’1,5% del traffico veicolare privato. È invece indispensabile prevedere misure a tutto campo che portino tale percentuale verso il 20%.
  2. Un cambiamento indispensabile è la recessione dall’accordo con Modena Parcheggi perché il Comune possa riappropriarsi e gestire le sedi stradali in modo funzionale ad ogni politica di programmazione della mobilità. Ciò è finanziariamente possibile e praticabile da parte del Comune.
  3. È urgente rivedere con la Regione ER i criteri di assegnazione per ottenere un livello elevato di finanziamento al TPL Attualmente tale assegnazione è molto bassa (vedi per cfr. quella prevista per Parma) e si suppone che non siano estranee a ciò le scelte politiche attuate dell’Amministrazione vigente. Risulta inoltre necessario recuperare fondi Nazionali ed Europei per sostenere in particolare questo settore. Gli interventi di cui al punto 2 e 3 consentiranno di sviluppare un progetto esecutivo di TPL con varie linee in sede propria che devono trasferire a breve al TPL almeno il 15% degli spostamenti che oggi avvengono in auto. La riduzione conseguente dei parcheggi aiuterà a scoraggiare l’uso dell’auto e la restituzione di consistenti parti della sede stradale ad un uso più proprio.
  4. Il progetto Hub intermodale della Stazione FFSS, recentemente presentato, non soddisfa assolutamente i requisiti di elevata efficienza che viene compromessa da una percorribilità molto limitata e difficoltosa nell’area da cui è previsto l’accesso ed appesantendo la già difficile situazione del Cavalcavia Mazzoni che rimane l’unico collegamento tra il Centro Storico e l’area Nord. Il progetto inoltre valorizza prioritariamente le opportunità offerte alle imprese private (come già nel caso dell’ex AMCM, ma con effetti che potranno essere persino peggiori).
  5. Riteniamo indispensabile per una profonda revisione della viabilità veicolare (abbandonata da sempre al non-governo della mobilità privata) la progettazione ed attuazione del cantiere Modena30. Tale progetto, esteso a tutta la città e non per zone, rappresenta un necessario impulso per superare le lentezze del PUMS e procedere urgentemente a una completa revisione delle sedi stradali e del loro utilizzo (che non deve essere prerogativa esclusiva degli automobilisti), compreso anche l’adeguamento dei marciapiedi con garanzia della loro percorribilità anche da parte delle carrozzine.
  6. Il progetto Modena Città 30 non deve coincidere solo con l’introduzione di un limite di velocità, per ridurre l’alta mortalità per incidenti stradali in città, ma deve rappresentare l’occasione per disegnare una città con strade più sicure e curate, più silenziosa e più spaziosa, con nuove aree verdi, piazze pedonali e piste ciclabili, attraversamenti tranquilli per le persone anziane e con disabilità, spazi protetti per i bambini davanti alle scuole, un traffico più fluido per tutti i mezzi. Un modello di città democratica che mette al centro la salute delle persone e punta ad azzerare le morti in strada. Modena Città 30 è un nuovo concetto di città, ancora più vicina alle esigenze di tutte le persone che la abitano. Nessuna esclusa.

FACCIAMO DEL BENE AI CAMPI ACQUIFERI DI MARZAGLIA: NO BRETELLA

  1. Il conflitto che si è aperto tra Consiglio Comunale e Regione ER per discordanti scelte di indirizzo sulla realizzazione dell’autostrada detta “Bretella Modena- Sassuolo”, deve portare a un chiarimento definitivo in tempi brevi, che tenga necessariamente conto dell’interesse locale e delle valutazioni sui sicuri danni ambientali di un’opera che insisterà sui campi acquiferi che alimentano la città di Modena e la Bassa modenese. Miriamo a giungere inderogabilmente all’eliminazione dei 15 km di autostrada Campogalliano-Sassuolo il Comune di Modena deve al limite recedere dalla realizzazione delle opere sul suo territorio comunale previste nel progetto.
  2. Il Trasporto pesante dal Distretto ceramico ai mercati europei deve avvenire quasi esclusivamente via ferro realizzando un breve raccordo ferroviario fra gli scali merci di Dinazzano e Marzaglia.

FACCIAMO DEL BENE A CHI CERCA CASA

  1. Prevediamo fin d’ora ed attuare nel quinquennio 500 alloggi di edilizia pubblica convenzionata, con l’intermediazione dell’Agenzia Casa su aree già urbanizzate e gestito direttamente da Acer e Ciò al fine di garantire case in affitto al costo massimo di 500 € mensili e calmierando il mercato degli affitti. Ciò consentirà di offrire una casa anche ai numerosi lavoratori (insegnanti, autisti, infermieri, addetti alla pubblica sicurezza ecc.) che non trovano una sistemazione decente per i costi troppo elevati del mercato degli affitti.
  2. Sostenere, finanziare, ampliare ed aggiornare funzioni e attività dell’Agenzia Casa che deve rappresentare un elemento di garanzia per i proprietari che siano disponibili ad affittare a prezzi È inoltre necessario ricondurre l’Agenzia Casa alle competenze dell’Assessorato all’Urbanistica.
  3. Progettare interventi complessivi su alcune zone critiche della città con attenta revisione degli spazi, dei percorsi, delle opportunità di intervenire su quanto edificato e ripristinabile e su quanto è invece da sostituire. Un’attenta “cura” della città, promossa da progetti pubblici e realizzata con il coinvolgimento dei privati è l’autentico percorso di rigenerazione che esclude la “valorizzazione” a esclusivo vantaggio della rendita fondiaria.
  4. Rilanciare il Consorzio Aree Produttive che deve riprendere il proprio ruolo di raccordo fra domanda e offerta per il riuso dell’enorme patrimonio industriale e di terziario inutilizzato.

FACCIAMO DEL BENE AL SISTEMA 0-6

  1. Istituzione di un coordinamento didattico comune a tutto il sistema 0-6 (Comunale, Fondazione Cresciamo, Convenzionati), per garantire i massimi livelli di qualità e innovazione in questo settore strategico, sinergico tra l’Assessorato all’Istruzione e Assessorato alla Cultura. Anche i servizi educativi e non esterni devono rispondere alla stessa unità di coordinamento e non più ad attori diversi a seconda del datore di lavoro che fornisce questo servizio.
  2. Anche in questo caso (come per le CRA) si dovrà puntare a ridurre la gestione in outsourcing dei servizi accessori che hanno un ruolo intimamente connesso con quelli educativi, come le mense. L’Amministrazione deve anche in questo settore vigilate e controllare con rigore al pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e per contratti salariali dignitosi.
  3. Mensa come tempo scuola ed educativo che diventi accessibile a tutt*.
  4. Possibilità di prolungamento orario per rispondere alle esigenze delle famiglie di lavoratori.

FACCIAMO DEL BENE ALLA RIGENERAZIONE URBANA

  1. Impostare un piano di interventi sperimentali di sostituzione, ricomposizione fondiaria e decongestionamento dell’eccessivo carico insediativo presente in varie zone della città. La cosiddetta “densificazione” non deve procedere senza tener conto del contesto e delle conseguenze sulla mobilità e vivibilità dei quartieri.
  2. Rivisitazione generale PUG affinché il Comune eserciti un chiaro ruolo di indirizzo pianificatorio che riduca l’attuale aleatorietà normativa con una disciplina chiara, univoca e definita che offra certezze a proprietari, professionisti ed Eliminare ogni arbitrarietà ed indeterminatezza sull’uso del territorio come del resto prescriverebbe la stessa Legge Regionale.
  3. Mirare ad abolire ogni ulteriore consumo di suolo attraverso il recupero di edifici abbandonati per utilizzi sociali o abitativi. Limitare al massimo la possibilità di costruire su suolo in precedenza non edificato compensando con la “desigillazione” di terreno in precedenza edificato. Tutelare, curare e accrescere ovunque possibile il verde cittadino che è elemento fondamentale per migliorare le condizioni ambientali e combattere le isole di calore per offrire comfort agli abitanti soprattutto nei caldi mesi [ALLEGATO 3. UNA CITTA’ SANA E VERDE.]

FACCIAMO DEL BENE ALLA PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA AMMINISTRATIVA

  1. La vicenda del Villaggio Europa è un caso che ha richiamato in modo potente la necessità di un effettivo ascolto dei cittadin* e di un procedimento non pregiudizievole al dialogo tra cittadin* e amministrazione: le scelte urbanistiche non sempre ponderate e assunte senza confronto e trasparenza peggiorano la vita dei cittadin* e possono conseguire risultati distanti dalla asserita “rigenerazione”. Riteniamo che sia necessario in questo caso assecondare le più che ragionevoli richieste degli abitanti del Villaggio Europa per quanto riguarda la barriera rumore e la creazione di un’area verde che compensi i gravi disagi (ambiente, rumore, salute) prodotti dalla realizzazione del polo logistico Conad.
  2. Queste indispensabili compensazioni devono anche includere la destinazione della totalità dell’area ex Prolatte a verde pubblico ed attrezzato.
  3. Tutte le decisioni che riguardano interventi urbanistici di rilievo nei quartieri devono essere apertamente e diffusamente discusse con i/le cittadin*. Per molto tempo siamo rimasti in assenza di un Regolamento per i quartieri e quello recentemente approvato è completamente da rivedere perché solo in minima parte istituisce la possibilità di una più ampia rappresentanza e partecipazione dei/delle cittadin* alle scelte che li/le riguardano.
  4. Una amministrazione che si pregia di presentarsi “trasparente” ha di recente opacizzato, anzi oscurato, la conoscenza dell’attività amministrativa. Le amministrazioni “aperte”, attraverso internet permettono di consultare tutte le delibere di consiglio e di giunta, le determine dirigenziali e tutti gli “atti pubblici” la cui accessibilità diffusa assicura partecipazione e democrazia. Modena da poco più di un anno, però, ha diminuito l’accessibilità. Con la scusa della tutela della privacy, che impone solo di eliminare nomi e dati sensibili, oggi a Modena molti atti non sono più consultabili o scaricabili, salvo il breve periodo in cui (per legge) devono essere esposti nell’ albo pretorio (ora in internet). Oggi a Modena se un cittadino è interessato ad un certo argomento, deve quotidianamente consultare l’Albo Pretorio o produrre formale istanza, ed aspettare il temine (entro i 30 gg) per conoscere. La trasparenza amministrativa deve essere alla base della democrazia e della partecipazione e quindi deve essere prontamente ripristinata e facilitata.

FACCIAMO DEL BENE ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

  1. Campagna di intensa comunicazione e coinvolgimento dei cittadini sul tema della raccolta dei rifiuti porta a porta da parte dell’Assessorato all’ambiente e adesione reale alla “Rete rifiuti zero”.
  2. Introduzione di sistema di “raccolta porta a porta integrato” ed introduzione della tariffazione puntuale aprendo un tavolo su nuove modalità che portino ad una riduzione effettiva del conferito (gen-lug 23 130 tons // 2022 108 tons) in collaborazione anche con le Associazioni ambientaliste e tenendo conto delle “buone pratiche” già avviate in Italia e all’estero.
  3. Prevedere la nascita di una società in-house del Comune per la raccolta dei rifiuti la cui gestione attuale è in evidente conflitto di interessi con la gestione dello smaltimento in quanto fa capo allo stesso soggetto gestore.

Incentivare e perseguire l’economia circolare, con il riuso, la riparazione ed il recupero.

  1. Avviare percorso di spegnimento dell’inceneritore considerando le prossime scadenze: contratto concessione, obsolescenza e totale ammortamento impianto e rinnovo dell’autorizzazione ambientale. Bloccare da subito il conferimento di rifiuti da fuori provincia (Modena produce 000 t annui / ma vengono inceneriti 240.000 t)

FACCIAMO DEL BENE ALLA LEGALITA’ E ALLA SICUREZZA IN CITTÀ

  1. Sicurezza e legalità economica e finanziaria. Il problema della sicurezza è connesso alla legalità. Nell’ambito delle sue attività e prerogative il Comune deve impegnarsi in una permanente azione di vigilanza nel contrasto ed energica denuncia della criminalità mafiosa che nella nostra città ha una presenza consistente, testimoniata dall’elevato numero di transazioni bancarie verso i paradisi fiscali nei settori dell’edilizia, commercio e trasporti (es. controllo delle situazioni fiscali di persone fisiche e società nell’ambito del contrasto all’evasione ed elusione fiscale). Questa criminalità mafiosa, soprattutto dei colletti bianchi, sfrutta Modena quale sede di riciclaggio nascondendosi anche dietro il ricco tessuto economico locale oltre ad insinuarvisi sempre più.
  2. È emerso nell’ultimo anno un numero significativo di episodi di violenza che ha visto come protagonisti minori non accompagnati. Chiediamo, accanto ad un deciso controllo degli episodi di rapine e aggressione ai danni di coetanei e non solo, che la magistratura e in particolare la direzione antimafia attivi investigazione per accertare la presenza di organizzazioni criminali che, ramificate a Modena e nei paesi di provenienza, organizzano l’eventuale sfruttamento dei Vogliamo prendere di petto il problema riorganizzare ed investire maggiormente nei servizi di accoglienza per quei minori che chiedono prioritariamente la possibilità di fornire supporto economico alle famiglie nella madrepatria in condizioni di grave necessità. Questi servizi, prevalentemente gestiti da Enti privati, dovranno poter operare in modo molto più coordinato e sinergico col Comune, trovando nell’istituzione comunale un supporto certo e continuativo.
  3. Zone ad altra concentrazione di microcriminalità

In alcune aree della città (es. parco XXII Aprile, parco Novi Sad, Viale Crispi, ErreNord) si è ormai incistata la presenza di attività di microcriminalità – prevalentemente spaccio di stupefacenti. In alcune di queste zone, in cui la microcriminalità ha messo radici, sembra vigere di uno status di terra franca di fatto, con ciò sequestrando spazi verdi e non solo all’utilizzo della cittadinanza. A poco valgono i periodici interventi delle forze dell’ordine se poi queste aree vengono abbandonate dal controllo. Non vogliamo permettere che questa impunità, di fatto, possa continuare creando ghetti sempre meno abitabili. Ci impegneremo perché, in coordinamento tra polizia municipale e polizia di Stato, queste aree siano presidiate in modo continuativo finché non siano liberate e rese di nuovo fruibili all’intera cittadinanza in modo sicuro e continuativo. Per tali aree coordineremo gli interventi comunali tra i vari assessorati per attuare luoghi di aggregazione sociale ed anche una adeguata promozione di attività commerciali.

FACCIAMO DEL BENE ALLE POLITICHE GIOVANILI E ALL’INCLUSIONE

  1. Intervenire con sollecitudine e costanza sulle situazioni di disagio giovanile, specialmente nei confronti degli adolescenti. Occorre un forte potenziamento dei servizi educativi attraverso lo sviluppo di politiche di socializzazione e motivazione, coinvolgendo le famiglie, la scuola e le società sportive
  2. Istituire un tavolo permanente tra attori pubblici e privati, associazioni e Terzo settore di discussione sui giovani con l’obiettivo di: a) mettere in atto sinergie tra pubblico e privato per poter offrire spazi a gruppi informali di ragazzi al fine di promuovere, attraverso l’aggregazione attiva, il potenziamento delle loro capacità nella direzione dell’acquisizione di responsabilità e autonomia attraverso l’autogestione e l’auto recupero; b) collaborare con le scuole, università e associazioni per progetto di peer education (buddy system) per tenere aperti spazi scolastici anche al pomeriggio, sotto responsabilità delle associazioni.[ALLEGATO POLITICHE GIOVANILI, ACCOGLIENZA E DIRITTI CIVILI.]
  3. Garantire maggiori investimenti per le politiche giovanili e l’avvio di un costante dialogo con l’amministrazione attraverso l’istituzione di servizi a loro sostegno. Inoltre l’Amministrazione dovrà porsi il problema di intervenire ad ampio spettro sul tema delle dipendenze, ad esempio avvalendosi di progetti come quelli supportati dalla rete Elide. [ALLEGATO 5. CARTA INTENTI ELIDE.]
  4. Per quanto riguarda minori non accompagnati il Comune deve farsi promotore di un più efficace coordinamento fra le Comunità di accoglienza, i Servizi Sociali, la Questura e la Prefettura per rendere più cogente la responsabilità e più efficace l’intervento nei confronti di questi giovani che, spesso poco seguiti e abbandonati a sé stessi, faticano a intraprendere il percorso di un reale inserimento nella società di accoglienza.
  5. I “nuovi cittadini” devono essere integrati e fatti partecipi della vita della nostra città, agevolando la loro partecipazione attraverso l’intermediazione culturale e linguistica.
  6. Bisogna introdurre anche a Modena la “Carriera Alias” cioè un “profilo burocratico formale alternativo e temporaneo che permette la sostituzione del nome anagrafico con quello adottato dalla persona transgender interessata”.

L’introduzione di questo profilo rappresenta un fondamentale passo avanti, in grado di consentire il riconoscimento del diritto all’identità di tutte le persone Trans e Non Binarie che si interfacceranno con il Comune: dipendenti e privatə cittadinə, utenti di biblioteche e abbonatə al trasporto pubblico. [ALLEGATO 6. Identità ALIAS.]

FACCIAMO DEL BENE ALLA CULTURA

A Modena il campo della cultura è trascurato nella sua visione complessiva, ma anche inquinato da scelte che hanno assimilato a interventi culturali iniziative che non appartengono a quel territorio. Se è certamente corretto affermare che la nostra gastronomia appartiene alla cultura popolare, non è così per gli eventi prettamente commerciali che frequentemente invadono il centro storico. Per converso l’Assessorato alla Cultura deve recuperare molto sul piano del coordinamento e della disponibilità di competenze interne per puntare decisamente al potenziamento del ruolo della cultura a indirizzo pubblico.

Noi vogliamo:

  1. Assegnare al pubblico un ruolo di rilievo nell’intrecciare i valori che la cultura veicola e i patrimoni di cui la città dispone per un’azione di reale potenziamento della capacità dei cittadini e delle cittadine di Per fare ciò è necessario istituire presso il competente Assessorato un ruolo di coordinamento degli Istituti Culturali e di collegamento con le altre istituzioni culturali cittadine (statali e diocesane) e le associazioni di volontariato che assicuri una regia pubblica e una strategia integrata in grado di finalizzare le politiche culturali verso i loro obiettivi principali: dialogo, arricchimento culturale e civile, coesione sociale e integrazione. Ciò servirà anche a indirizzare meglio i finanziamenti del settore.
  2. Allargare i pubblici e la diffusione per offrire un’alternativa culturale di valore e di efficacia competitiva rispetto alla “movida” e alle fiere che sono state la modalità prevalente della socialità offerta in centro storico durante questo decennio. Certamente si tratta di un fenomeno non solo locale e molto diffuso, ma offrire spazi alternativi e non legati al consumo rappresenta una necessaria azione di contrasto, anche delle dipendenze
  3. Incentivare la qualità piuttosto che quantità degli eventi, proponendo bandi che non assegnino contributi a pioggia ma contribuiscano a far emergere ciò che è realmente creativo e innovativo.
  4. È necessario rivitalizzare anche il settore culturale, al di là delle manifestazioni- evento come il Festival della I musei cittadini richiedono innovazioni e maggior coordinamento con la Galleria Estense che, privata della sua

appendice ferrarese, dovrà dedicarsi in primo luogo a valorizzare il patrimonio della città. A partire da questo, si apre la possibilità di creare un Museo della Storia di Modena, unendo i risultati degli scavi archeologici urbani, da troppo tempo abbandonati nei magazzini, alle opere d’arte e ai monumenti dei diversi periodi. Si potrà così leggere e rileggere la storia della città rivalutando le vicende del Comune medioevale e del Ducato Estense fino al Risorgimento e alle vicende del primo Novecento.

FACCIAMO DEL BENE AL CENTRO STORICO

Nel centro storico di Modena, come quello di tante città italiane ed europee, è in atto un progressivo cambiamento che da area abitativa con un mix sociale e culturale, si sta trasformando in abitativa di lusso, con spiccati caratteri di ricettività di flussi turistici e di attività commerciale, specialmente nel settore food.

Per evitare che il processo di gentrificazione in atto trasformi Modena fino a oltrepassare la soglia del non ritorno che trasforma la memoria della città in ristoranti, pub, bar, negozi di marchi transnazionali e residenze per turisti mordi e fuggi, occorre intervenire su diversi piani:

  1. Regolamentare gli affitti brevi: bisogna dotare Modena di uno stringente regolamento sugli affitti brevi e farsi protagonista nella richiesta di norme nazionali che permettono ai comuni di limitare il numero di appartamenti permessi sulle piattaforme, anche in vista delle nuove norme del regolamento del Parlamento Europeo (Novembre 2025), che prescrive una maggiore trasparenza, condivisione dei dati, responsabilità e sicurezza per gli utenti e per le città dove le piattaforme operano, contrasto all’illegalità diffusa ed ai fenomeni speculativi.
  2. Salvaguardare il delicato equilibrio tra la promozione di uno sviluppo turistico sostenibile, la cui ricchezza venga redistribuita e il primario diritto dei cittadini alla casa e alla vivibilità.
  3. Rilanciare la residenza in CS, incentivando gli affitti agevolati e adottando le politiche abitative nella sezione dedicata.
  4. Regolamentare e ridimensionare gli spazi dehors. Bar da 20 metri quadri non possono avere dehors di centinaia di metri quadri.
  5. Mantenere la vocazione del CS alla direzionalità, a luogo della formazione e dell’istruzione.
  6. Decongestionare dal traffico veicolare, dal parcheggio selvaggio e dalla regolamentazione dello Rilanciare e realizzare finalmente il City Port per la mobilità delle merci e utilizzare per l’ultimo miglio solo veicoli di piccole dimensioni ecologici.
  7. Far rispettare i regolamenti comunali sui rumori e la vita notturna, monitorando e contingentando le revoche, dotando la Polizia Locale degli strumenti necessari per la rilevazione del rumore.
  8. Il Novi Park, fantastica opportunità non colta ed ora terra di nessuno, deve essere inglobato all’interno del CS rendendolo luogo sicuro e di socialità per i giovani anche nelle ore piccole della notte.
  9. I Giardini Ducali devono essere luogo di bellezza ma soprattutto di sicurezza, gioco per bambini ed animali.
  10. Piazza Matteotti deve finalmente diventare la Piazza delle Bambine e dei Bambini, come espressamente previsto dal PUMS.
  11. L’Addizione Erculea deve essere inclusa nell’area
  12. Compatibilmente con la tutela del patrimonio artistico le troppe Barriere Architettoniche del CS devono essere diminuite, per una maggiore fruibilità del centro città da parte di tutt3.
  13. Per combattere il degrado e la maleducazione il centro storico di Modena si deve dotare di adeguati servizi igienici pubblici di ultima generazione e con possibilità di pagamento elettronico; è inconcepibile che senza una moneta non si possa accedere ai bagni pubblici del centro storico di Modena.

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Possibile Modena 

Modena, 16 Aprile 2024