Nella bulimia di inaugurazioni, convegni, mostre, sfilate, seminari, corsi, rimembranze, simposi, natività e onorificenze, meeting e tavole rotonde di questo periodo pre-elettorale non poteva mancare l’adozione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, il PUMS. Uno strumento di programmazione e pianificazione che la città aspettava da anni, scaricato in Consiglio comunale all’ultimo secondo giusto per dire: fatto! 🎪

Quando l’ex assessore Giacobazzi ne presentò le prime linee guida quasi due anni fa, il PUMS fu duramente contestato da tutte le associazioni, specialmente da quelle più ambientaliste, non tanto per i suoi contenuti quanto per la sua inconsistenza. In effetti erano così generiche che si potevano applicare indifferentemente dalle Ande a Zanzibar, passando per Modena.

Dall’anno scorso, con l’affidamento della responsabilità a una ambientalista di provata fede, siamo quasi all’opposto. Dentro al PUMS c’è di tutto e di più, dalle “case” per le biciclette ai semafori alle bici elettriche, dalla semina di colonnine elettriche per la ricarica delle auto (non delle bici) fino all’estensione delle Zone a Traffico Limitato con l’aggiunta delle Zone Ambientali a Traffico Limitato.

Le indicazioni rimangono però tuttora lasche e tutte da verificare: tanto oscure quanto generiche per il trasporto pubblico, contraddittorie rispetto al Piano della Ciclabilità, fino a diventare elucubrazioni senza sbocco per quanto riguarda la consegna delle merci nelle aree pedonali e nella ZTL.

Quanto poi al tema decisivo di sosta e parcheggi, tutto viene rimandato a un futuro Piano della Sosta senza il minimo accenno allo scandalo (e fiasco) del NoviPark, così come pure le zone a 30 km/h, ovviamente anche queste rimandate a futuri e specifici progetti.

Insomma, il PUMS di fatto è un almanacco di tutto ciò che si sarebbe potuto fare – o perlomeno cominciare a fare – negli ultimi 10 anni e di cui ora si mostra di capire l’urgenza solo a fini elettorali. Un piano che vuole vincere facile, accontentare tutti e rimandare le cose necessarie e concrete alla prossima Giunta.

Non è un caso se tutte le azioni più importanti (da attuarsi nel medio/lungo periodo) rimangono enigmatiche, non scadenzate in modo chiaro, e se i costi di attuazione sono solo indicativi, non ancorati ad alcun bilancio…